Lisbona, 17. Il ministro delle Finanze portoghese, il socialista Fernando Teixeira dos Santos, ha detto ieri in un'intervista al "Financial Times" che un contagio irlandese è ad alto rischio per Lisbona. E gli analisti economici hanno rincarato la dose, affermando che il Portogallo è il prossimo sulla lista dei Paesi in crisi e deve, quindi, prepararsi al peggio.
Il Portogallo è sottoposto a una cura di austerità definita dalla stampa "lacrime e sangue". La finanziaria 2011 antideficit presentata dal Governo minoritario del premier socialista José Sócrates, ora all'esame del Parlamento (che passerà con l'astensione dell'opposizione Psd), prevede un giro di vite senza precedenti: taglio degli stipendi pubblici, della spesa sociale, degli investimenti dello Stato, congelamento delle pensioni, aumento di Irpef e Iva. Proprio per questo, uno sciopero generale è già stato convocato per il 24 novembre. L'obiettivo della finanziaria è riportare il deficit dal 7,3 per cento del 2010 (era al 9,4 per cento nel 2009) al 4,6 per cento nel 2011, al 3 per cento nel 2012. Secondo gli esperti, il giro di vite colpisce maggiormente il Portogallo più povero (15.600 euro di pil procapite), rispetto a Grecia (22.000) o Irlanda (29.000): "L'impatto della perdita di redditi è più duro", hanno spiegato gli economisti, anche perché misure come l'aumento dell'Iva su prodotti alimentari (in alcuni casi dal 6 per cento al 23 per cento) toccano beni essenziali.
(© L'Osservatore Romano - 18 novembre 2010)
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